(¯`°.Gotthard from Switzerland.°´¯)

EBAY / PAYPAL, truffa? qualcuno inizia a denunciare

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boatontheriver70
view post Posted on 20/1/2009, 17:44




Riporto dal sito italiano dell'Adusbef la denuncia di un utente al Garante



L’esposto che segue riguarda le attività illecite di eBay e Paypal ed è stato inviato a: Antitrust, Garante della Privacy, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Procura della Repubblica di Milano e Banca d’Italia. Inoltre abbiamo attivato il nuovo servizio Telefono Anti Ebay (antiebay.net) per dare la possibilità ai consumatori di segnalare eventuali abusi e irregolarità.

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Su internet opera, in regime di totale monopolio, un gestore mondiale di aste online molto noto e utilizzato anche in Italia: si tratta di “eBay” - www.ebay.it - con sedi in luoghi impraticabili per gli utenti italiani, ovvero Lussemburgo (sede ufficiale per l’Italia, eBay Europe S.a.r.l., 15 rue Notre Dame, L - 2240), Stati Uniti, Gran Bretagna, Svizzera ecc. La sede italiana di eBay risulta in via Fabio Filzi 25, a Milano, ma è una sede-fantasma. Tuttavia eBay non è una società-fantasma, ma una srl di diritto italiano. Se quindi un utente italiano ha la necessità per es. di contattare eBay per un’asta truccata, non sa dove né a chi telefonare o scrivere, a parte un inutile form online. Le aste, come denunciato anche dalla stampa inglese, vengono truccate con estrema facilità, senza che la stessa eBay intervenga. Ad eBay è affiancato il metodo di pagamento “Paypal”, la cui sede è in Irlanda (Paypal Europe Limited, Italian Market Compliance, P.O. Box 9473, Dublin 15). Paypal è una sorta di banca che appartiene allo stesso gruppo societario di eBay, molto usata per le aste e gli acquisti online. Paypal opera anche in Italia - www.paypal.it - con 2 milioni di clienti.

Lo scrivente, dopo essersi registrato (sia su eBay che su Paypal) e dopo aver operato per un anno insieme ad alcuni suoi collaboratori, ha individuato svariati abusi, presumibilmente in contrasto con il codice penale italiano e la normativa italiana sulla privacy, lo spamming, l’abuso di posizione dominante, il conflitto d’interessi, le norme valutarie e/o bancarie ecc.

In particolare il sottoscritto vuole evidenziare che, in una situazione di monopolio come quella denunciata, le decisioni e le regole imposte da eBay agli iscritti risultano vessatorie e basate sul principio del “prendere o lasciare”; eBay esercita sui propri clienti un potere di vita e di morte che travalica persino lo strapotere di un monopolista. E’ eBay l’unica interprete del proprio regolamento, un regolamento che cambia fluidamente, di comunicato in comunicato, piegandosi ora ad un esigenza, ora ad un'altra, senza dare spiegazioni serie a nessuno. E se un utente vuole reclamare per un disservizio o ha la necessità di chiedere chiarimenti, nei siti italiani di eBay e Paypal non trova né un indirizzo email, né un indirizzo di posta ordinaria, né un numero di telefono, né il nome di un responsabile e/o referente. Sulle irregolarità di Paypal esiste ampia documentazione in www.paypalwarning.com.

Gli abusi più rilevanti che si incontrano nelle aste online di eBay sono i seguenti.


1) Privacy - Chiunque, con un semplice click (per es. se s’aggiudica un oggetto), può entrare in possesso dei dati personali di altri utenti: il rischio è che vengano utilizzati per attività illecite. E’ sufficiente che si registri con dati fasulli e neppure si aggiudichi l’asta, ma faccia solo un’offerta (che può ritirare), perché eBay gli invii tutti gli estremi del venditore, tramite la richiesta delle informazioni di contatto. Se un utente non concede l’addebito automatico delle tariffe sulla carta di credito usata all’atto dell'iscrizione, il numero della carta viene comunque salvato su file, infatti al momento del pagamento vengono mostrate in chiaro le ultime 4 cifre. E se un utente protesta e chiede la cancellazione dei propri dati, eBay risponde (se risponde) che non è possibile perché i dati restano a sua disposizione per 5 anni


2) Domande, risposte - Le risposte alle proteste degli utenti sono quasi sempre preconfezionate. Le rare volte in cui la risposta è apparentemente personalizzata, il dipendente di eBay che la sottoscrive ha sempre un nome diverso o fittizio, per cui il problema irrisolto rimane tale e le spiegazioni sono contraddittorie, insensate, come se le domande non fossero lette, come se chi risponde fosse un robot. Non si capisce perché gli utenti debbano continuare a pagare tariffe tra le più costose al mondo per servizi inesistenti.


3) Contraffazioni - Molte aste sono invase da materiale contraffatto che eBay non controlla e non blocca, se non dopo ripetute delazioni (se vengono lette). La maggior parte di questo materiale è proposto da cittadini cinesi che inviano illegalmente mail spam agli utenti di eBay, senza che quest’ultima impedisca o denunci il fatto. Ovviamente le possibilità che l’utente ingannato possa recuperare la somma spesa per l’oggetto contraffatto sono nulle. Lo stesso discorso vale per le truffe, ovvero gli oggetti acquistati e mai inviati agli acquirenti. Alcuni utenti per es. hanno segnalato ad eBay un venditore di macchine fotografiche digitali che, pur ricevendo il denaro in anticipo, non spedisce la merce; ma eBay non fa niente per fermarlo. Il finto venditore, intanto, continua ad operare e a danneggiare gli acquirenti.


4) Pulitori - E’ il capitolo più delicato. I Pulitori sono utenti che operano su eBay attaccando altri membri. La loro tecnica consiste nell’eseguire segnalazioni di massa o aggiudicarsi oggetti con falsi nomi, ovviamente senza procedere all’acquisto, allo scopo di danneggiare gli iscritti. Il loro fine è essenzialmente quello di creare il panico tra gli utenti di eBay per averne il controllo: è un’operazione estremamente sofisticata di “white collars” e “insiders” (colletti bianchi e impiegati) che commettono illeciti informatici all’interno della loro azienda, o di “cyberstalking” (terrorismo psicologico), messa in atto da personaggi che rispondono a nomi quali: elzagor, ilpulitore, gionnisan, vibertisandro, sceriffopulitore, seisolounladro, watchme0003, seguro2005, werty3195, gerome9716, vongolo2005, elzagorstrikes ecc. Il Capo dei Pulitori si chiama “increeedibile”, è lui l’anello di congiunzione tra il sito ufficiale di eBay e quello parallelo. I Pulitori hanno anche il compito di far aumentare gli introiti di eBay, eliminando concorrenti potenzialmente pericolosi ed incrementando il numero degli iscritti, che in realtà sono utenti cancellati da eBay o autocancellatisi che si registrano nuovamente: più iscritti ci sono, più salgono le quotazioni di eBay. I pulitori fanno anche azione di hackeraggio, inviando agli utenti mail-trappola identiche a quelle di eBay per ricavare nome utente e password, al fine di intervenire nelle aste per proporre offerte fasulle e costringere i venditori a protestare con eBay, che poi cancella loro le aste. Guarda caso, queste forme di disturbo si verificano quando il venditore non indica come mezzo di pagamento obbligatorio Paypal che, com’è risaputo, appartiene ad eBay. La cancellazione dell’asta genera un legittimo sospetto di irregolarità della stessa e, nel caso di oggetti griffati, genera la certezza che eBay l’abbia eliminata perché il prodotto era contraffatto, diffamando automaticamente il venditore e facendolo apparire un truffatore. Se poi lo stesso oggetto viene rimesso all’asta, gli osservatori non fanno più offerte a quel venditore, ma si rivolgono ad altri: il danno e la beffa. Tra l’altro quando un’asta viene rimossa dal database di eBay, il venditore non può procedere con l’operazione di “relist item” (ripubblicazione), ma deve riscrivere tutto, partendo da zero. Quando si spendono 3/4 ore al giorno per lanciare le aste, con descrizioni, foto, costruzione dell’html, la cancellazione vanifica una mole di lavoro non indifferente e costringe il venditore a rifare tutto: in una settimana può succedere 10/15 volte. Per non parlare delle perdite di tempo per rispondere alle domande sugli oggetti, prima che l’asta sia cancellata o vinta da un fantomatico user. Ma l’arbitrio più grave commesso da eBay è il seguente: quando elimina un’asta, restituisce le spese di inserzione e incassa le provvigioni sul prezzo di vendita, nonostante l’oggetto non sia stato venduto; eBay non procede alla restituzione della somma se l’utente non protesta: tutto ciò ha il vago sapore dell’appropriazione indebita. Moltiplicando questa procedura per tutte le aste rimosse, eBay accumula ogni giorno somme di denaro ingenti da cui derivano interessi bancari rilevanti.


5) Pagamenti - L’uso della carta Postepay è vietato; eBay adduce tra i motivi del divieto la poca sicurezza di Postepay, ma caldeggia il metodo di pagamento Paypal, la cui sicurezza non è maggiore. Paypal si basa sul prelievo di denaro dalla carta di credito: per ogni versamento vengono addebitate commissioni (fino al 7%) più elevate di quelle di Postepay, in quanto Paypal, come detto, è una propaggine di eBay. Il divieto, in territorio italiano, di un sistema di pagamento lecito come Postepay, per favorire Paypal è un arbitrio: in questo caso è anche un conflitto di interessi. E’ lo Stato Italiano che decide quali sono i mezzi di pagamento leciti, nessuno può rifiutarsi di ricevere o effettuare pagamenti con metodi legali.


6) Fatturazione - Diversi utenti si vedono addebitare importi spropositati, soprattutto nell’ultimo ciclo di fatturazione dell’anno, che poi vengono rettificati: è un espediente di eBay Italia per rientrare nei limiti minimi di fatturato imposti da ebay.com.


7) Feedbacks - Il cosiddetto “feedback”, che dovrebbe dimostrare la serietà o meno di acquirenti e venditori, dice solo da quanto tempo è iscritto un utente. Secondo eBay è l’unico parametro di valutazione di chi vende e chi compra: se ciò fosse vero, tutti i nuovi utenti sarebbero truffatori. Se ciò fosse vero, eBay renderebbe il feedback obbligatorio e/o automatico. Se un utente vendesse per anni oggetti di poco conto, per accumulare feedbacks positivi, e un giorno decidesse di vendere diamanti, non sarebbe affatto credibile; anzi, sarebbe sospetto. Ma i feedbacks sono inaffidabili anche per un altro motivo. Quando un utente non paga un oggetto che si è aggiudicato, il venditore ha il diritto di lasciargli un feedback negativo, in modo tale da avvertire gli altri utenti che è disonesto; purtroppo però il venditore sa di non poterlo fare perché, per ripicca o vendetta, l’acquirente ricambierebbe con la stessa moneta. Il venditore quindi non solo deve subire il danno materiale di non aver incassato, perché è stato impedito ad altri compratori di acquistare il suo oggetto, ma anche il danno morale (commento negativo) e un ulteriore danno economico: aspettare 10 giorni, prima di vedersi riaccreditare da eBay la tariffa di aggiudicamento. La tariffa d’inserzione, al contrario, non viene rimborsata; in tal modo eBay guadagna sulle spalle dei venditori, già danneggiati dai falsi acquirenti. Quando poi il venditore chiede a eBay di cancellare l’eventuale feedback negativo ricevuto e mantenere invece - con prove alla mano del mancato pagamento - quello dell’acquirente fasullo, si vede rispondere che è un problema che non compete ad eBay perché i feedbacks riguardano solo i rapporti tra utenti. Però poi eBay si contraddice, aggiungendo che per eliminare il feedback negativo ci si deve rivolgere ad un avvocato o, a pagamento, a “Square Trade”, conciliatore di Paypal che, come già scritto, appartiene ad eBay. Anche qui è palese il conflitto d’interessi. I feedbacks sono la più grande mistificazione di eBay, l’inganno più subdolo.


8) Spese postali - Se un venditore applica tariffe postali elevate, specificando che l’oggetto viene inviato all’estero con spedizione celere, eBay gli cancella l’asta senza avvertirlo e senza controllare se le spese postali sono congrue, perché pensa che tali tariffe comprendano una parte del costo dell’oggetto, onde versare ad eBay una percentuale più bassa sul prezzo di vendita. Il venditore quindi, per non scoraggiare l’acquirente ed evitare la cancellazione dell’asta, è costretto a pagarsi la metà delle tariffe di spedizione. Questo succede soprattutto quando viene inviato un pacco con corriere espresso a tracciatura universale, visibile anche all'estero, il cui costo è considerevole. Se poi l’acquirente paga con Paypal, metodo preferito da eBay, e non riceve il pacco, può aprire una contestazione. Ma un acquirente disonesto può aprirla anche quando non lo riceve, perché se il venditore spedisce con altro metodo, pur con obbligo di firma al ricevimento, in USA, Canada, Australia e molti Paesi europei non è previsto riscontro di consegna. In questi casi Paypal considera ugualmente valida la contestazione e dà ragione all’acquirente disonesto, prelevando i soldi dal conto del venditore che, se non ha fondi, va in rosso e non può più effettuare transazioni. Il venditore pertanto, per tutelarsi, è obbligato a spedire con corriere espresso - obbligo che invece dovrebbe essere imposto da eBay - ed applicare spese postali consistenti. Ma il rischio di chiusura dell’asta rimane perché eBay considera un raggiro il costo elevato delle spese di spedizione, anziché prendere in considerazione qualche forma di tutela per l’utente.


9) Durata e pubblicazione aste - Per alcuni oggetti griffati eBay ha introdotto il divieto di tenerli all’asta per 1 o 3 giorni. Possono essere proposti per un minimo di 5 giorni e un massimo di 10: eBay sostiene che in questo modo si scoraggia il mercato della contraffazione, ma non spiega come né perché. In realtà è una violazione dei diritti di venditori e acquirenti che, rispetto a tanti altri, non possono vendere e comprare negli stessi tempi. Quando un venditore lancia un’asta, non appare subito online. A detta di eBay esiste un meccanismo informatico che permette di pubblicarla con un ritardo tra le 6 e le 12 ore (ed oltre) per scoraggiare le vendite illegali. Anche questo è un danno per il venditore, che vede apparire la sua proposta molto dopo, rispetto al momento in cui l’ha lanciata, e vede diminuire il periodo di visibilità, ma non le tariffe di eBay. Pure qui non si capisce come possa essere scoraggiata l’illegalità. Ovviamente eBay ha ridotto la durata dell’inserzione, che decorre dal momento del lancio, ma non ha ridotto, in proporzione, le spese d’inserzione che, per le aste di 10 giorni, prevedono addirittura un sovrapprezzo (40 cents).


10) Rimborso spese - Se un utente non paga l’oggetto aggiudicato, il venditore, dopo 7 giorni, può aprire una disputa. Per chiuderla deve aspettare altri 7 giorni. Nel frattempo però deve versare le spese ad eBay, altrimenti non può mettere altri oggetti all'asta. Se invece ha inserito la carta di credito o di debito (prepagata) o il conto bancario con pagamento automatico, la somma delle commissioni di eBay gli viene prelevata comunque, anche se sarà restituita dopo 15 giorni: eBay così accumula interessi bancari senza motivi plausibili.


Ciò premesso, lo scrivente chiede al Vostro spettabile Ufficio di verificare le informazioni di cui sopra, avere chiarimenti da eBay e Paypal ed eventualmente procedere per le violazioni che riterrà opportuno sanzionare, compreso il divieto, sia per eBay che per Paypal, di operare in Italia qualora non rispettino le leggi del nostro ordinamento. Allega articolo di “Rinascita” di marzo u.s., dal titolo “Ebay: verso l’usurocrazia elettronica. Una struttura virtuale, un computer che genera profitti affossando l’economia reale”.
 
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