(¯`°.Gotthard from Switzerland.°´¯)

Interviste

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Sweetdevil76
view post Posted on 2/4/2007, 08:55




ecco un'intervista a Leo sull'album lipservice


Ciao Leo, finalmente riusciamo a fare quattro chiachiere insieme...Sono felice per questo vostro nuovo album; mi racconti un po come nasce ‘Lipservice'?
L'anno scorso abbiamo finito tutto quello che cera da fare, quindi chiudere con la Bmg, chiudere i vecchi contratti discografici dopo dieci anni e quindi abbiamo dovuto prendere in mano noi il nostro futuro, la nostra situazione, la nostra carriera. Abbiamo deciso di fare tutto noi poichè abbiamo pensato fosse la cosa migliore. Eravamo stanchi di sentirci dire quando una canzone non andavava....”...come mai? perché?...” Ci sembrava molto strano che una bella song che piaceva a tutta la band non piacesse alla label...allora stavamo facendo un lavoro sbagliato? No, no! Adesso quindi vogliamo avere la prova che ci dimostri che abbiamo avuto ragione nell'intraprendere questo cammino. Pensa che abbiamo cominciato a lavorare il disco nuovo come fosse il nostro primo disco, o meglio, il nostro ‘secondo primo disco' della carriera, un nostro nuovo libro; non un capitolo attenzione, poichè l'abbiamo già chiuso chiudendo tutti i contratti, bensì una cosa nuova e fresca. Volevamo scrivere la cosa più onesta possibile, più onesta a livello musicale intendo, un lavoro fatto con la testa e quindi niente Lipservice... Per questo motivo l'abbiamo chiamato così, come un doppio senso... Se tu conosci la storia e i dischi che abbiamo fatto, questo è il risultato di quello che abbiamo realizzato negli ultimi quindici anni. Siamo felici e soddisfatti. La band mi ha anche chiesto di produrlo ed io ho lavorato tantissimo con Ronald Brent, lui ha curato la parte tecnica, di base abbiamo cominciato insieme, mi ha chiesto quello che volevamo a livello sonoro. Ronald è eccezionale ha capito subito cosa voleva la band... Abbiamo fatto tutta la parte artistica insieme e in ogni caso l'ultima decisione spettava a me se andava bene o no, quindi sono felice. La band è contenta del mio lavoro ed io sono soddisfatto. Questo alla fine è il riassunto! Ah...per finire....è cominciato tutto a settembre, siamo andati a casa in Svezia con Freddy il nuovo chittarista ed abbiamo iniziato la lavorazione del cd.

Avete, infatti, un nuovo chitarrista?
Si Freddy. Con lui abbiamo collaborato molto per i pezzi nuovi. Il primo d'Aprile abbiamo consegnato la copia masterizzata.

Velocissimi: quindi non e stato un processo lungo?
Non lunghissimo, intenso sicuramente. Siamo andati nel profondo, nel sentimento, nel lato umano, nel lato musicale d'ogni elemento del gruppo. Esprime tutto quello che si poteva esprimere, non è stato facile. Non è bello andare da tuoi colleghi e dire voglio di più e so benissimo che puoi farlo! Siamo tutti contenti, entusiasti, le radio, i media sono entusiasti i giornalisti sono contenti. Opera raggiunta! È andata bene...Mi chiedevi perché Lipservice?

Si esatto perché Lipservice?
Bene. Quella parola vuol dire quello che potete immaginare, trattasi di una parola che può essere interpretata molto in senso ‘figurativo': Lipservice è semplicemente tutto quello che ti raccontano, quello che vorrebbero farti vedere e che invece non è, un po' quello che fanno i nostri politici ed anche i vostri...oramai dappertutto è così. Questo è Liperservice, la realtà d'oggi, un po' com'è successo con le case discografiche che ti dicono: “... noi facciamo, noi chiamiamo questo e quello ....” ed invece non fanno nulla. L'abbiamo chiamato così un po' per quello che ci hanno fatto direttamente a noi come band. La copertina con questa scritta particolare dove leggi ‘Lipservice' in un locale a luci rose, anche lì la stessa cosa è voluta, perché se tu pensi ad un nightclub anche questo è lipeservice; tu entri e credi di essere il padrone del mondo mentre invece le signorine che ti stanno attorno vogliono soltanto i tuoi soldi, facendoti poi un altro tipo di lipservice... però ti senti il re della situazione

Voi all'inizio eravate sempre stati con Bmg o sbaglio?
Si, infatti, un grande lungo rapporto, ma è finito

Il fatto che voi non siete venuti tanto a suonare in Italia è dovuto a questo?
Si questa è una conseguenza!!

Vedrete che accoglienza che avrete in Italia (intervista fatta prima della calata italica al Tradate Festival, nda)...
Sono convinto che questo succederà...e non vediamo l'ora di accogliere tutti i nostri fans.

Farete altre date in Italia, oltre a questa di Tradate?
Siamo a Venezia a luglio

Farete qualcos'altro in autunno?
Ritorneremo con il nostro europe tour e speriamo di fare qualche data nostra qui.

Tornando al disco. Valutando quanto mi hai detto finora, prima con la vecchia label eravate un po' “frenati”...?
Certamente perché è un circolo vizioso. Ci sono dei promotor che dicono: “...a me piace questa band, se sono fortunato alla mia gente piace....” però il problema è che funziona a livello di club, perché se entrano centocinquanta persone anziché duecentocinquanta, sai dove va a finire il tuo budget, mentre se il tuo promoter è grosso e deve portare una band che costa molto ha dei costi più elevati, perché non hai solo quelli della band, ci sono tante altre cose, di conseguenza c'è un investimento che deve essere coperto prima di tutto e poi deve esserci il guadagno. Poi c'è il promoter che dice: “...ma la band vende i dischi? Ma i dischi non si trovano nei negozi...come mai?? ...” e quindi il discorso finisce. Come fai come band ad arrivare in un paese dove non hai un ritorno? C' è un tassello che manca e questo tassello è quello che la casa discografica non ha fatto, semplicemente e solo questo!

In Italia, infatti, non avete suonato molto?
Non abbiamo suonato in Italia così come in Spagna, Inghilterra, dove abbiamo fatto nel '92 un tour di un mese ma poi la persona che doveva mettere i nostri album sul mercato non li ha messi! Dov'era finito? In vacanza! Ma sai cosa vuol dire tutto questo? Che la tua band è potenziale ed ha delle orttime ‘carte' da giocare ma c'è qualcuno che fa il possibile per aiutarla. A Torino abbiamo fatto da supporto agli AC/DC ed il giorno dopo non si trovava il disco dei Gotthard negli scaffali dei music shop....assurdo!!

E' vero è una cosa difficile trovare un vostro disco nei negozi...
È questo il punto, è il tassello che mancava; come dicevo prima questo è il nostro secondo primo disco, speriamo possa portare tanto e una nuova linfa vitale

Ci sono quattordici canzoni e due o tre ballad. In particolare c'è la terza song ‘Lift ‘U' up' che è portentosa: una vera ‘arena song'?
Sì trattasi del notro singolo. E' molto bella e diretta, abbiamo fatto anche il video di questa track.

Questo ‘Lipservice' è' un classico disco hard rock oriented...forse un po' più ‘heavy' rispetto a Human Zoo?
Sinceramente questo è più reale, ha più carattere rispetto a “Human Zoo”. Siamo contenti di questo lavoro di questo disco e siamo convinti che nessuno rimarrà deluso nel vederci suonare on stage. Purtroppo noi abbiamo incominciato in un ambiente dove la gente pogava, dove si suonava il nu-metal, dove si facevano male, le ragazze scappavano e questo a noi dava fastidio. Quello che abbiamo cercato di fare è ricostruire la nostra carriera e riportare questa gente tutta insieme per divertirsi in un evento tipo un concerto (ehm..al momento dell'intervista non ci ho fatto caso, ma adesso trascrivendo dico: ma che c'entra ?? ehm, la prossima volta glielo richiedo hehehe...nda)

A mio parere attualmente c'è un ritorno dell' hard rock, del rock, e voi avete il pregio di aver mantenuto sempre il vostro stile non facendovi ammaliare da trend e mode musicali. Penso che attualmente nel settore siate tra i numeri uno... Essere così importanti vi fa sentire un pò rockstar...tipo Bon Jovi? (attenzione: è un esempio il nome di BJ è stato il primo che mi è venuto in mente pensando ad una vera/grande rockstar...nda)
Bon Jovi è un grande ma attenzione, ci sono due cose da stabilire: una è il lato musicale e una è essere famosi o non essere famosi. Noi siamo dei musicisti, abbiamo lavorato sodo, possiamo essere degli ambasciatori di un genere che si è spento per un attimo. Se invece vogliamo a tutti i costi darci un titolo...? Noi non siamo delle rock star, assolutamente.

Voi avete anche una grande melodia miscelata ad arrangiamenti ‘hard'. Per creare una vostra canzone, partite prima dalla melodia, dal sound..?
Partiamo prima da quello che ci arriva, poi di conseguenza il sound diretto è quello che è! Si può partire da un idea su cosa si vuol parlare nel testo, quindi un riassunto

Voi pensate e scrivete song con una attitudine live?
Si sicuramente! Dal vivo devi saperle fare, è inutile inventare l'impossibile che poi non sai gestire

Tu come ti definiresti come persona e come artista, con una singola frase?
Posso dire è che sono quello che sono. Non sono niente di finto, vivo quello che vivo, vivo quello che faccio e faccio quello che vivo



altra intervista ;)



In occasione della data che gli svizzeri Gotthard hanno proposto durante il loro nuovo tour italiano a Milano, presso il Transilvania Live, abbiamo scambiato due chiacchiere con il chitarrista Leo Leoni poco prima dello show. Abbiamo iniziato discutendo proprio dei concerti eseguiti nel passato nel nostro Paese, partendo dalla data di supporto degli AC/DC di alcuni anni fa…


L.C. - Ciao Leo, sei pronto per il concerto di stasera?

Leo - Si, senz’altro, ho solo un problema con una chitarra che si è rotta ieri sera; poi me ne hanno portata una nuova e la devo sistemare prima del concerto, fra neanche un paio d’ore…”

L.C. - L’ultimo vostro concerto italiano, prima di questo recente tour, è stato quello fatto al Tradate Iron Fest, che ha riscoso per voi un bel successo.
Prima del concerto a Tradate qual è stata l’ultima vostra esibizione in Italia? Cosa ricordate di quell’evento e magari di alcuni eventi ancora antecedenti?


Leo - L’ultimo nostro concerto risale allo show di supporto che abbiamo fatto allo stadio Delle Alpi di Torino agli AC/DC, durante il tour di Stiff Upper Lip. Poi siamo stati in Italia con gli Scorpions, nel 1997 siamo stati a Milano, nel 1996 abbiamo fatto alcune date nel nord Italia… comunque di certo si tratta di pochi eventi. Scarichiamo per questo la colpa sulla nostra vecchia casa discografica, la BMG, che se lo merita, in quanto anche dopo la data di Torino, dove c’erano 30.000 persone, tutte le persone che hanno cercato il disco non l’hanno trovato. Di conseguenza scarichiamo il barile sulla BGM.

L.C. - Beh… allora è posso evitarti di fare la prossima domanda rispetto alla difficoltà di reperire in Italia i vostri vecchi titoli, soprattutto gli anni scorsi…

Leo - Penso di aver già risposto a questa domanda. Anni fa per trovare un disco dei Gotthard magari lo dovevi comprare d’importazione e dovevi spendere anche qualcosa in più. Ovviamente mi dispiace molto per questo.

L.C. - Oggi invece è tutto diverso perché Lipservice, si trova praticamente in tutti i negozi, anche quelli non specializzati. Comunque mi sembra che anche il precedente Human Zoo si potesse recupare agevolmente e che abbia venduto abbastanza… com’è andato il vostro penultimo album?

Leo - Ma… è andato bene, ma nella media… non ha raggiunto quelle vendite che ci aspettavamo ma non ci possiamo certo lamentare. Più o meno è stato nella media come tutti gli altri album che abbiamo distribuito in Italia. La differenze di cifre è veramente minima. Chiaro che adesso la Nuclear Blast sta facendo un ottimo lavoro, le persone trovano il disco. Qualcosa insomma si sta muovendo…

L.C. - Per i fan italiani?

Leo - Per i fan italiani e non solo. Anche per i fan di altri Paesi che sono sempre stati poco considerati da questo punto di vista.

L.C. - Quali sono le zone che avete raggiunto con difficoltà nel passato a livello di distribuzione e invece quali sono le zone che avete irrorato bene con le vostre uscite nel passato?

Leo - Guarda, per diversi anni l’Inghilterra è stato un paese tabù… la Spagna è stato un altro paese tabù… i paesi scandinavi, soprattutto la Finlandia.
Al contrario in Germania, Belgio, Olanda, Francia i nostri dischi sono stati diffusi bene ed hanno venduto molto bene.
La Russia è tutta un’altra storia, perchè lì i nostri dischi giravano ma ovviamente le persone hanno problemi molto più gravi da risolvere nella loro vita giornaliera e quindi il tasso di pirateria raggiunge il 90%. D’altro canto quando vai a suonare lì dal vivo la gente arriva in massa e questa è la parte che compensa il tutto.

L.C. - Fino ad oggi riesci vagamente a quantificare quanti concerti avete fatto e quanti tour?

Leo - Calcola che per ogni disco abbiamo fatto un tour se non di più… quindi nove dischi e almeno nove tour maggiori, ma poi una serie infinita di altri show non legati ai tour… non so credo che un migliaio di date le abbiamo fatte di sicuro.

L.C. - Adesso sono solo passati quattro mesi dall’uscita di ‘Lipservice’, ma qual è il bilancio che potete fare per ora come band?

Leo - Positivo, sicuramente positivo. Il disco si trova ed ai fan piace.

L.C. - Com’è stata la risposta della critica?

Leo - La risposta della critica è stata ottima… riceviamo 10 e lode ovunque…

L.C. - In Italia in effetti avete ricevuto recensioni notevoli…

Leo - Ma dappertutto è andata così… noi facciamo una musica che magari non è alla moda, che lo è già stata o che lo sarà ancora… comunque noi abbiamo sempre cercato di registrare tutto un album valido e non solo un pezzo che deve tirare tutto l’album. In genere la critica si accorge di questo fatto e forse il responso è così positivo perché la critica non si aspettava un disco con così tanti pezzi trainanti.

L.C. - Più che altro colpisce che tutti i pezzi o quasi dell’album potrebbero uscire come potenziali singoli.

Leo - Beh… no, questo forse è troppo; di certo però vediamo che i pezzi riescono ad accontentare tutti e questo è importante! I fan preferiscono o Anytime Anywhere, o Lift U Up, o altro ancora. Insomma ognuno viene accontentato e questo è importante... perché poi abbiamo una pirateria da combattere, ci sono stipendi bassi alla fine del mese e quindi un ragazzi vorrà investire i suoi soldini o nel disco del momento o in un album che abbia tutte le canzoni belle, altrimenti si prenderà un singolo e il resto se lo troverà con il download.

L.C. - Ritieni che sia più difficile proporre il vostro genere, l’hard rock melodico, oggi rispetto quando avete iniziato voi?

Leo - Io credo che se provi a fare una cosa e la fai bene prima o poi qualcuno ti scoprirà e se lavori pesantemente e seriamente uscirai ed avrai il tuo riscontro.
Ti dirò di più… per me era molto più difficile uscire quando abbiamo iniziato noi perchè le case discografiche non firmavano più per i gruppi.
Oggi invece ci sono un sacco di indie label che firmano l’impossibile. Quindi arrivare ad un contratto è molto più facile oggi; al contrario è difficile poi venir fuori dopo, per tante problematiche di cui abbiamo parlato e perché milioni di dischi non li vendi più. Bisogna trovare altre soluzioni come andar più spesso fuori a suonare dal vivo e suonare dal vivo beh… o sei capace o non sei capace…
In studio possono truccare in tanti… dal vivo no… è un po’ come la legge della giungla...

L.C. - Ho saputo che addirittura in Svizzere ci sono le band tributo ai Gotthard…

Leo - Udite udite… la band tributo ai Gotthard che abbiamo non è svizzera ma italiana; quindi nonostante il nostro successo in Italia non sia così grande la nostra prima cover band ufficiale non è del nostro paese ma del vostro. Poi abbiamo anche una band del Canton Ticino che fa molti pezzi nostri. Il gruppo italiano che ci coverizza ha una cantante come frontman che si chiama Sherazade ed è molto brava, di Milano. La band è in gamba davvero…

L.C. - Vi fa piacere quindi il fatto di sapere che ci sono gruppi che vi emulano sul palco?

Leo - Sicuramente si tanto è vero che siamo stati noi a ufficializzarli; siamo andati a vederli una sera e gli abbiamo dato un diploma che sanciva l’ufficializzazione, un segno di riconoscimento.

L.C. - Si esibiscono solo in Svizzera?

Leo - No, fanno diverse date; suonano in Svizzera ma l’altra sera hanno suonato a Torino, vanno in Germania e un po’ ovunque.

L.C. - Ma che effetto fa vedere un vostro gruppo tributo sul palco? Vedere un'altra persona, magari bravissima, che suona con la chitarra quello che di solito fai tu?

Leo - Ma fa molto piacere… quel che importa è che fanno i tuoi pezzi nel migliore dei modi… ogni chitarrista ha il suo stile e ci mette il suo stile.
L’impatto è bello e fa molto piacere; è bello che ci sia qualcuno che fa solo e soltanto i tuoi pezzi dal vivo; è bello, vuol dire che allora nella nostra vita abbiam fatto qualcosa di bono, vuol dire che a loro è rimasto qualcosa… e a noi fa molto piacere questo.

Si conclude così l’intervista a Leo che dopo un’altra chiacchierata con un collega di un’altra testata si getterà a capofitto a sistemare la sua nuova chitarra, per sfornare poi, sul palco, una prestazione che verrà ricordata per un bel po’ da tutti gli amanti del “vero hard rock melodico”.




intervista ai Gotthard (Leo Leoni e Marc Lynn, guitars & bass)


E’ sempre un grande piacere intervistare un gruppo come i Gotthard, ottimi rockers svizzeri che con la loro energia positiva sono riusciti a raggiungere traguardi prestigiosi e una meritata fama. Insieme ad altri colleghi, abbiamo incontrato Leo Leoni e Marc Lynn, rispettivamente chitarrista e bassista, immediatamente prima della loro straordinaria esibizione al T.I.F. (di cui trovate la recensione qui). Più che una canonica intervista, la si può definire come una chiacchierata fra amici, in cui si parla di musica, ma non solo, in un’atmosfera distesa ed allegra.

Cosa pensate della scena metal in Europa e in particolare in Svizzera?
(Leoni): “Guarda, penso che la scena metal sia un po’ difficile da descrivere, noi conosciamo piuttosto la scena rock, visto che non siamo metallari! Di rock e metal, comunque, ce n’è un po’ dappertutto, ma purtroppo in tante situazioni il messaggio è diventato contorto: dal rock n’ roll siamo passati all’hard rock, che in effetti ancora trasmetteva una certa ‘felicità’, ma nel metal c’è stata purtroppo la tendenza a distorcere le cose e a far diventare un po’ tutto ‘diabolico’, perdendo il divertimento e mettendo le tenebre là dove non sarebbero dovute esistere. Comunque ci sono tante bands e di spazio per il rock e il metal ce n’è tantissimo…”
(Lynn): “Purtroppo però ci sono ancora poche radio disposte a trasmettere un certo genere, questo è un problema, anche perché c’è molta gente a cui questa musica piace.”
(Leoni): “In ogni caso, la musica dal vivo non la fermerà mai nessuno. Noi abbiamo lottato tanti anni per venire a suonare in Italia e finalmente ci siamo riusciti. Fino a poco tempo fa, il problema principale era la scarsa promozione che le case discografiche davano ai nostri dischi in Italia: questo faceva sì che i promoter non se la sentissero di rischiare di organizzare dei concerti ad un gruppo di cui era difficile reperire i cd. Fortunatamente, oggi le cose sembrano andare meglio.”

Secondo voi quanto sono importanti i concerti dal vivo per farvi conoscere e diffondere la vostra musica?
(Leoni): “Sono sicuramente importantissimi, anche perché quando abbiamo iniziato c’erano ancora i dischi, mentre oggi la tecnologia ci ha portati ad internet ed al fatto che gli album vengono spesso scaricati, penso soprattutto perché non ci sono soldi sul mercato e la gente preferisce investirli in priorità. Di conseguenza, la musica dal vivo è fondamentale, perché ogni concerto è unico e non puoi certo farne un download!”
(Lynn): “Certo, ma non c’è solo questo, c’è anche l’aspetto promozionale legato ai concerti dal vivo: al giorno d’oggi, chiunque può fare un buon disco, basta un po’ di tempo a disposizione, un computer e qualche ritocco qua e là. Però, presentarsi dal vivo come un buon gruppo, un vero team, unito e in grado di far centro, non è altrettanto facile, specialmente se si tratta di un gruppo capace di stare insieme per tanto tempo. Noi forse siamo uno degli ultimi, ma in fondo esistiamo da quindici anni. Quando abbiamo iniziato col nostro primo album, tutti ci dicevano che stavamo proponendo il genere sbagliato, perché stava per uscire il grunge, ma noi abbiamo sempre seguito la nostra strada, facendo la musica che sappiamo fare meglio e che ci giunge dal cuore. Anche quando abbiamo sterzato un po’ verso la direzione pop, lo abbiamo fatto perché per noi in quel momento era la cosa giusta da fare, non certo per seguire una moda. Noi siamo i Gotthard e facciamo la musica che preferiamo, quella che vive dentro di noi.”

Voi vi sentite più musicisti, poeti o politici?
(Leoni): “Allora, i musicisti nascono in conservatorio, i poeti scrivendo poesie… e non siamo politici perché non siamo in parlamento! Facciamo solo rock n’ roll, nient’altro. Noi vogliamo dare alla gente un solo messaggio, che è quello di divertirsi e di dimenticare un attimo quello che sta succedendo nel mondo, non del tutto, ovviamente. Voglio dire, c’è fin troppa violenza in giro, in televisione, dappertutto. Il rock n’ roll, tanti anni fa, è nato per divertirsi e lasciare un attimo fuori i pensieri, e noi portiamo avanti questo discorso. Quello che conta è l’energia che la musica riesce a trasmettere. In un certo senso, Steve [Lee, il cantante, Nda] è un poeta quando scrive i suoi testi: parla d’amore, dei problemi che ci sono nel mondo, ma senza calcare la mano, perché, ripeto, non siamo politici, ma nel nostro piccolo vogliamo portare un messaggio positivo, magari aiutare un po’ chi ci ascolta. Comunque, riguardo ai politici, sappiamo bene che ne fanno di tutti i colori, promettono mari e monti e poi, quando arrivano in cima, chi si è visto si è visto!”

Qual è stato il peggiore momento della vostra carriera?
(Leoni): “Penso che sia stato quando Marc ha avuto un incidente in moto, non troppo tempo fa: quando ce l’hanno comunicato, credo che tutta la band abbia temuto il peggio. Sicuramente, per quanto riguarda gli ultimi anni, questo è stato il momento peggiore.”
(Lynn): “Ma dai, non esagerare, per me non era così grave!”
(Leoni): “Comunque si è ripreso bene, di conseguenza possiamo dire che finché c’è vita c’è speranza!”
(Lynn): “Negli ultimi quindici anni, in ogni caso penso che non ci siano stati altri momenti veramente brutti, di quelli, cioè, in cui ti ritrovi a non sapere come andare avanti. Per fortuna non ci è mai successo, siamo sempre stati pieni di idee e abbiamo la fortuna di stare in un gruppo capace di scrivere belle canzoni, che soprattutto piacciono alla gente: questa è certamente un’ottima ragione per andare avanti, l’importante è riuscire ad esprimere le proprie emozioni attraverso la musica.”
(Leoni): “Certo, bisogna sempre crederci. Per esempio, ho visto un frate nel bel mezzo del festival che cantava i suoi testi su basi metal: è una cosa bellissima, significa che non tutti vedono solo messaggi negativi nel rock e nel metal. Certo, finché si continuerà a fare metal parlando di sgozzare della gente, molto probabilmente rimarranno in tanti ad essere contrari, quindi, forse, bisognerebbe riorganizzare il tutto e colorarlo in un’altra maniera…”

Infatti ti avremmo chiesto cosa ne pensi di generi come il black metal, cioè la frangia più estrema del metal…
(Leoni): “E’ un po’ come chiedermi cosa ne penso del ku-klux-klan, cosa pensate che vi risponderei?!”

Tornando a voi, i vostri sono brani sempre molto istintivi ed energici; quando lavoro c’è, di solito, dietro ad un pezzo dei Gotthard?
(Leoni): “Tre minuti per registrarlo e altrettanti per mixarlo e stamparlo!”
(Lynn): “E magari ci sono voluti sempre tre minuti per scriverlo, ma se prima non hai l’idea giusta, potrebbero passare anche dei mesi prima di dare forma ad una canzone. Quando si ha l’idea di base, ci si concentra sulle rifiniture e sui miglioramenti, ma finché non si ha quella, è dura iniziare.”
(Leoni): “Ci sono dei pezzi che richiedono mesi o anche anni, per essere completati, oppure ancora può capitare che vengano scritti, messi da parte e riscoperti dopo anni. Questo perché, certe volte, abbiamo la sensazione che un certo brano non sia adatto a quel particolare momento, al contrario di quello che può accadere dopo un po’ di tempo.”
(Lynn): “Un buon esempio per noi è ‘One Life, One Soul’, fra l’altro una delle nostre canzoni più apprezzate, che era stata composta in origine per il nostro secondo album, ‘Dial Hard’. L’avevamo anche registrata, ma ci sembrava che mancasse qualcosa, era una bella canzone ma non ci soddisfaceva completamente. L’abbiamo quindi lasciata da parte e ripresa per ‘G.’: a quel punto ha funzionato, l’abbiamo ri-registrata da capo ed è diventato un pezzo magico!”

Voi spesso proponete delle cover, non solo dal vivo ma anche su disco: si tratta di un giusto tributo agli artisti che vi hanno influenzato, oppure, come potrebbe dire qualche maligno, semplicemente di mancanza di idee?
(Leoni): “Sicuramente non mancanza di idee, anche perché ogni cover che abbiamo proposto è stata interpretata alla nostra maniera, non ci siamo limitati a riprendere il brano originale e riprodurlo così com’era. Prendiamo ad esempio ‘Hush’ , inclusa nel primo album: quando abbiamo suonato con i Deep Purple, loro l’hanno tolta dalla scaletta per farla suonare a noi, e una volta è venuto da noi Ian Gillan e ci ha perfino detto che la suonavamo meglio noi! E dire che la stessa ‘Hush’ non era in origine una canzone dei Deep Purple, ma quando l’hanno pubblicata, tutti hanno pensato che fosse un pezzo loro, così come è successo agli Whitesnake con ‘Ain’t No Love In The Heart Of The City’. Alla fine, quello che noi facciamo non è nient’altro che un tributo alle band con cui siamo cresciuti, abbiamo pensato di dare un tocco nuovo a canzoni che noi abbiamo conosciuto da ragazzi e che ci hanno fatto sognare e attaccare i poster nelle nostre camere. Per metterla in maniera un po’ poetica, diciamo che abbiamo voluto far continuare una tradizione.”
(Lynn): “Soprattutto, lo abbiamo fatto per piacere. Negli ultimi dischi non abbiamo più incluso cover, anche perché ad un certo punto ci siamo guardati indietro e ci siamo chiesti, non solo quante ne avevamo già fatte, ma anche quante di queste erano veramente speciali. Ne abbiamo individuate due / tre, che continuiamo a proporre dal vivo, soprattutto quella ‘Hush’ di cui parlavamo prima e che ormai sentiamo come completamente nostra: questa è una canzone che sarà sempre inclusa nella nostra set list, perché è un bel pezzo, allegro e positivo. Abbiamo tenuto solo quelle cover che veramente sentivamo come nostre, e conseguentemente abbiamo deciso di non pubblicarne più, a meno che non salti fuori un’idea davvero speciale, che risulti diversa dall’originale e con l’impronta dei Gotthard.”

Che musica preferite ascoltare nel vostro tempo libero?
(Lynn): “Io sono fortunato, perché non ho mai abbastanza tempo per girare nei negozi di dischi, ma ho un amico che è sempre molto informato sulle ultime uscite e compra praticamente tutto, quindi ogni tanto vado da lui e ho la possibilità di ascoltare i dischi più interessanti dell’ultimo periodo. Quando scopro qualcosa che mi interessa, vado poi a prenderlo anch’io, ma non mi limito a questo, ascolto spesso anche la radio, perché sinceramente a me non interessa lo stile musicale di una canzone, quando un pezzo è bello, è bello e basta. Puoi presentarlo in maniera più morbida o più energica, ma rimane sempre un bel pezzo. Per questo, io non seguo una direzione musicale ben definita, dipende dal feeling che una canzone riesce a trasmettermi.”
(Leoni): “Beh, io ascolto ancora gli uccellini e i grilli, è una cosa stupenda! Voi vi siete mai fermati ad ascoltare la natura? E’ bellissimo!”

Un’ultima domanda: cosa avete intenzione di fare, da grandi?
(Lynn): “Io penso che andremo avanti così. Nel nostro paese ormai siamo delle star, vendiamo sempre tantissimi dischi, ma il nostro piacere è sempre quello di fare musica, essere fra amici, magari organizzare qualche grigliata, ma sempre con l’aggiunta della musica, che la rende speciale. Sì, io penso che andremo avanti, almeno fino a quando non dovranno spingerci sul palco a forza!”
(Leoni): “Io ormai la mia statura massima l’ho raggiunta, sono alto un metro e settanta e d’ora in poi credo che non potrò che diventare sempre più piccolo! Partendo dal presupposto che Angus Young è altro un metro e cinquantadue, ho ancora un bel po’ di strada da fare!”
(Lynn): “Vedete, alle volte si è più star quando si rimane normali, che non facendo gli stronzi…”
(Leoni): “Cercheremo di portare un po’ di allegria e un po’ movimento in questo mondo un po’ tetro. Tornando al discorso che facevamo prima sul metal estremo, c’è stata secondo me la distorsione del ‘diavolo’: il diavolo, come dice la Bibbia è la tentazione, ma la tentazione non è andare a sgozzare una persona, la tentazione è il sesso, i soldi, le belle macchine…”
(Lynn): “Dai, facciamo così: tu prendi le macchine, io prendo il sesso!!!”

[dopo questa battuta, ci congediamo da Leo e Marc fra le risate generali, ringraziandoli per la compagnia e per la loro musica]

(Leoni): “Grazie a voi! Divertitevi ai nostri concerti!”

 
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